We are a group dedicated to the exploration of empty, decayed, abadoned, lost, forgotten or restricted places in and around the cities. Our main focus is the act of free(?) movement and the searching/entering of hard to access resorts, wich are gone far too fast most of the times.
to explore a landscape wich somehow collapsed, can (maybe only on a subjective level) create a new perspective on the world. inventing zero as a basis to make up an utopia. it should not be just a reaction to existing structures, in the sense of rearrangeing some of the fragments within. we are not just interested in the beauty of decay, but in the possible destruction of a seemingly static and dominant structure. we believe in the mythologies of endings. taking a look ahead into the future, to an end of the past, could be the beginning of the next step forward. because nothing should be stable, we like to discover cracks in the basements of this so called civilisation and our own utopias. progress must always base on the awareness of it's history.
Il nostro è un tentativo di spiegare il mondo che ci circonda e invade, ma non con l’intento di dare delle risposte, dato che credo non ce ne siano.
E’ più come una collezione di frammenti, di pezzi di un puzzle che non verrà mai ultimato. Non sarai mai in grado di vedere dietro le facciate del sistema in cui sei intrappolato, anche se involontariamente ne fai parte; ci vuole moltissimo lavoro intellettuale per averne una conoscenza più ampia, per trovare alcune parti delle spiegazioni. Credo sia necessario coinvolgere il corpo come un’estensione di se stessi che invade e sonda questo mondo, devi avere fiducia della tua consapevolezza sia fisica che psicologica.
In un certo senso credo che New Homes Lost sia questo, il risultato fisico del desidero di spazi dove sia possibile creare qualcosa di nuovo; spazi dove vedi come il sistema, che credi sia invincibile, in realtà potrebbe non esserlo. Bisogna solo trovare i punti giusti dove puoi fargli perdere l’equilibrio, per vedere la costruzione di questo mondo attraverso il suo disfacimento.
Guardare davvero da vicino gli edifici crollare potrebbe essere l’unico modo per vedere come e perché sono stati costruiti e scoprire quanto sia stato inutile in relazione a quello che vorremmo davvero. In delle piccole crepe potrebbe essere possibile scoprire quanto è essenziale trovare uno spazio vuoto, da riempire con l’immagine di un’utopia sempre sfocata e in evoluzione; e anche rendersi conto della necessità di negare ed opporsi allo status quo. New Home Lost potrebbe essere un archivio; quello che vedi sul sito è una parte del materiale raccolto attraverso gli anni, non sono sicuro che sia il modo giusto di mostrare queste cose, è un sito semi pubblico dato che attraverso i motori di ricerca non è accessibile.
Oltre alle foto, ho molto materiale video e penso di poterne fare un libro con DVD per aprire gli archivi a chi è interessato, ma non sono in grado di raccogliere i soldi per questa release e temo che non riuscirei a distribuirla nel modo giusto. Ci sono alcuni punti che non mi convincono, ho sentito molte descrizioni a riguardo, reazioni di varie persone e questo mi toglie un po’ di sicurezza, anche perché il fenomeno delle esplorazioni urbane ha degli aspetti che non sempre condivido e sarei infastidito se ne venissi assimilato, inoltre trovo la fotografia artistica dei luoghi abbandonati noiosa nella maggior parte dei casi.
Quanti luoghi esplorate ogni anno? Come venite a conoscenza dei luoghi che esplorate?
Dipende da diverse cose, come:
a) la mia condizione (che è abbastanza instabile), influiscono la salute, il tempo a disposizione, la motivazione.
b) avere qualcuno che venga con me (non sempre, mi piace anche andare solo) nei luoghi pericolosi o quando non ho voglia di parlare da solo; in più mi piace che ci siano legami e fiducia in chi ti accompagna in queste situazioni.
c) se viaggio (non lo faccio abbastanza), odio la città in cui vivo, ma la lascio poche volte, il mio raggio è limitato usando la bici come principale mezzo di trasporto
d) la situazione metereologica, è principalmente un problema nei luoghi sotterranei, ma anche per gli spostamenti in bici.
Non conto i posti, ma credo varino tra i 10 e i 30 ogni anno, dò un’occhiata ai posti passando per caso quando scopro che sono disabitati, altre volte entro in posti che mi interessano anche se c’è gente dentro, altre volte sono gli amici a segnalarmi i luoghi, io sono contro l’uso dei satelliti per generare le mappe e quindi non uso mai risorse del genere.
New Home Lost è un gruppo variabile formato da me e i miei amici.
Non credi che esplorare luoghi abbandonati possa essere molto pericoloso?
Lo è o può esserlo sicuramente, ho avuto due pesanti avvelenamenti da amianto finora.
Sei mai finito nei guai durante le tue esplorazioni?
Siccome amo praticare l’arte della “furtività” e dello “svanire” non sono mai stato fermato da polizia o guardie di sicurezza, anche se spesso ho dovuto nascondermi o scappare. L’esperienza più esaltante è stata quando sono salito sul tetto di un complesso di uffici attraverso i condotti della ventilazione; mentre ero sul tetto godendomi la vista una macchina della sicurezza stava venendo verso l’edificio, le guardie sono corse fuori e sono entrate, salendo verso di me, sono riuscito a scendere attraverso i condotti mentre stavano percorrendo le scale.
Quali sono le tue sensazioni quando entri in un luogo abbandonato e mentre lo esplori?
Prima di tutto sono molto curioso, qualche volta spaventato dato che temo di finire nei guai, in ogni caso i miei sensi sono attivi fino all’estremo; dopo un po’ inizio a sentirmi male perché il posto in cui mi trovo potrebbe essere distrutto presto, salgono la rabbia e la frustrazione per il “mondo Esterno” che si insinua ovunque e questo mi fa impazzire. Quel che rimane sono solo memorie dentro di me e sulle mie mani, oltre alle foto o ai video.
Qual è il posto più strano che hai visitato? Ne hai delle immagini da condividere con noi?
Non so decidere, perché tutti i posti che ho visitato fanno parte della nostra vita quotidiana in qualche modo. I posti interessanti sono quelli dove non avresti mai dovuto essere, ad esempio il sistema fognario con le fragole che galleggiavano su un mucchio di escrementi (http://42loop.de:8888/less-public/1135), i tunnel che collegano le varie sezioni di un ospedale costruito durante la crisi economica, la stanza per le autopsie di un laboratorio medico con i suoi armadietti frigoriferi per contenere feti o mutazioni, l’interno dei condotti di ventilazione ricoperti da spessi strati di ragnatele e polvere (http://42loop.de:8888/less-public/798), le camere di combustione delle centrali elettriche, più grandi di qualsiasi stanza dove ho vissuto (http://42loop.de:8888/less-public/791), gli hangar sotterranei, enormi e bui, che custodivano gli animali macellati quando ancora non esitevano le celle frigorifere (http://42loop.de:8888/less-public/1131), i saloni bruciati del mercato con tutta la merce in cenere (http://42loop.de:8888/less-public/109), i padiglioni abbandonati dell’Expo2000, incredibile esempio di architettura usa e getta (http://42loop.de:8888/less-public/1053)
In alcune immagini ho notato delle composizioni simili ad assemblaggi dadaisti, realizzati con oggetti trovati sul luogo, è una tua pratica usuale o capita raramente?
In New Homes non amo l’idea di lasciare segni, come tag, o rifiuti, ma qualche volta assemblo le cose che trovo per rappresentare cosa sento. L’immagine di cui parli, quella con la pecora morta è stato fatto in un antico forte ad Alessandria, ed è composto da 4 elementi, la scritta “famiglia” fatta col carbone, un ibrido tra una pecora quasi mummificata e un passeggino arrugginito, una gabbia per uccelli vuota appesa ad un chiodo della parete e una colonna bianca con una radice secca rivolta verso l’alto. Appena finito ho dovuto scappare perché un cane da guardia mi aveva trovato, non so se avrei disfatto tutto, quindi potrebbe essere ancora intero. In generale mi piace poca arte fatta nei luoghi abbandonati e specialmente non amo le tag o i graffiti, che appartengono alla strada.
So che Grimm è anche un artista di graffiti, cosa puoi dirci del tuo stile, del tuo bisogno di dipingere? Da dove arriva, hai avuto qualche influenza?
Non entrerò nella discussione di cosa è graffiti e cosa no, ero un writer quando ero un ragazzino, ma ho smesso di credere nell’hip hop quando ho capito che non ero una persona di colore e che quindi quel che facevo io era un’invenzione dell’industria pop.
Sono stato nei boschi per un po’ e poi mi sono trasferito in una grande città, lì ho sentito il bisogno di ricominciare a fare writing. Non semplicemente scrivendo il mio nome, ma come un tentativo di liberare la mia rabbia, provocata dal luogo in cui mi trovavo, ho iniziato numerose campagne (http://42loop.de:8888/less-public/675), e dopo un po’ le cose che facevo erano state adottate da tutti, si chiamava street art e la amavano tutti, ho cercato di far capire che non si tratta solo di un nome, una tag, un logo, ma che era una forma di agitazione, che al contrario della propaganda dovrebbe purificare dall’ideologia collettiva e lasciare spazio al pensiero individuale.
Ho partecipato a mostre e libri ed ero davvero frustrato, ho capito che pochi si erano resi conto del significato di quel che facevo e che molti altri lo facevano solo per fare carriera, soldi o per essere popolari. C’è solo un writer che ammiro davvero, lo fa da sempre ed è stato in carcere per anni, dato che non smetteva di fare writing ogni notte, si evolve sempre ed ora scrive i nomi di altri writer e delle crew in modo semplicissimo, con spray nero, trovo sia un’idea geniale e quindi ho iniziato ad imitarlo.
Hai anche un progetto musicale, la tua musica suona caotica e rumorosa, ho pensato che fosse connessa a New Homes Lost, come se fosse un corto circuito con la calma apparente dei luoghi abbandonati, oppure un contrasto con essa, la rappresentazione della violenza del nostro mondo, quello al di fuori dei luoghi abbandonati, puoi dirci qualcosa in più? Registri mai i suoni dei luoghi che visiti per usarli nella tua musica?
Tutto ciò che faccio è collegato, i miei progetti audio vengono dalla stessa fonte di tutto il resto, alcune registrazioni usate per TOTSTELLEN (http://telenautik.de/grimm/totstellen) sono state fatte in luoghi trovati durante le mie esplorazioni. Molto spesso il concept di alcune tracce o dell’intera release è basato sulle registrazioni di una costruzione, per esempio la parte acustica del progetto TUNNEL BRUECKE, che è stato registrato interamente nella struttura di un ponte stradale. Siccome i suoni che uso sono tutti registrati sul luogo non c’è da meravigliarsi che siano legati a New Homes Lost.
Non sono d’accordo quando dici che la mia musica suona rumorosa e caotica, perché è anche molto calma e strutturata talvolta, dipende da cosa avevo in mente o dai risultati dei miei esperimenti acustici che ho fatto per generare i suoni.
Di certo non mi importa delle strutture musicali, che ci sono state imposte fin dalla nascita, ma ogni tanto appaiono solo per affondare nel rumore di uno schianto, che non è altro che un’altra struttura musicale che risuona nelle nostre orecchie da anni. Non oso dichiarare cosa è musica e cosa no, durante gli anni passati ho definito TOTSTELLEN come ambineti sonori basati su field recordings concreti, pulsanti come industrie che lavorano continuamente e calmi come i luoghi abbandonati che spariscono nello sviluppo accelerato delle città. La percezione egocentrica nello spazio urbano e sociale.
Web: http://42loop.de:8888/less-public/667
Intervista a cura di: Bignotti Cesare & Rusca Stefano / EVES Ottobre 2008.